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Castelnuovo di Garfagnana
IL TERRITORIO
(LU) - CAP 55032 - 270 metri s.l.m.
Castelnuovo è il capoluogo e il cuore della verde Garfagnana che costituisce la parte settentrionale della valle del fiume Serchio racchiusa tra i contrafforti montuosi delle Alpi Apuane e dell'Appennino.
È distante da Lucca e dalla Versilia circa 40 Km.
Palleroso, Monterotondo. Antisciana. Gragnanella, Cerretoli, Colle e Rontano, sono le caratteristiche frazioni, di antica origine, situate in ambienti paesaggisticamente suggestivi e con sentieri che, attraversando verdi boschi, permettono un tuffo nella natura scoprendo al tempo stesso la storia di una popolazione con i suoi ritmi quotidiani e l'architettura della civiltà rurale.
Il Patrono della città è S. Pietro, festa ricorrente il 29 giugno.
Tra le principali manifestazioni organizzate sono da ricordare: il Carnevale con sfilate di carri allegorici e gruppi mascherati, la Settimana del Commercio nel mese di agosto, la tradizionale fiera del settembre che vede iniziative culturali quali i premi nazionali di poesia "Olinto Dini" e di narrativa "Garfagnana". Incontri d'arte con pittori di fama nazionale, manifestazioni folcloristiche, sportive, musicali, gastronomiche, di artigianato: ma da giugno a ottobre è un susseguirsi di attività di ogni genere anche nelle frazioni dove rivive la tradizione popolare.
Da Castelnuovo è quindi possibile raggiungere in breve tempo le più interessanti mete turistiche della Valle del Serchio, con itinerari di trekking, a piedi e a cavallo o in mountain-bike, mentre la città offre negli impianti sportivi, moderni e funzionali, la possibilità di praticare ogni disciplina, dal nuoto al tennis, al football, all'atletica.
CENNI STORICI
Le prime memorie documentarie risalgono all'anno 740 quando Castelnuovo doveva essere ben piccolo villaggio, con chiesa dipendente dalla vicina pievania di Pieve Fosciana. Un secolo dopo, nell'872, la città possedeva già mura castellane.
Ne fu poi padrona la Contessa Matilde e in questo periodo divenne centro transitabile: poi Federico I ebbe possesso dei beni matildici, quindi il Papato, libero comune. Fiorentini e Pisani che la contrastarono a Lucca.
Nel XIV secolo venne ampliata la cinta muraria ma fu nel 1430, che sottomettendosi volontariamente agli Estensi insieme a molte altre comunità di Garfagnana, acquisì importanti privilegi e raggiunse poi il massimo sviluppo.
Castelnuovo divenne capoluogo della Provincia e, in quanto tale, residenza di commissari e governatori inviati a reggere le sorti della Provincia, I poeti Ludovico Ariosto (1522-1525) e Fulvio Testi (1640-1642) furono tra questi.
Alla fine del '700. l'occupazione francese inferse alla popolazione insorta profonde ferite.
Con il principato napoleonico dei Baciocchi la città divenne poi sede di prefettura del circondano; la Restaurazione riportò quindi gli Estensi al governo della Garfagnana fino al 1859, quando avvenne l'annessione plebiscitaria al Piemonte ed al Regno d'Italia nel 1860: fu pertanto aggregata alla provincia di Massa e Castelnuovo ritornò sede di sottoprefettura.
Nel 1924 quindi venne definitivamente affidata alla provincia di Lucca.
LA ROCCA E LE MURA
La Rocca si presenta oggi in veste sostanzialmente rinascimentale, essendo il plurisecolare risultato di continue ristrutturazioni e adeguamenti. La primitiva costruzione risale all'XI secolo - probabilmente una casa-torre - intorno alla quale si svilupperà poi il complesso fortificato che otterrà maggior impulso durante la dominazione lucchese, prima con Castruccio Castracani degli Antelminelli che costruì anche un ampio tratto delle mura urbane e quindi con Paolo Guinigi.
Quando poi Castelnuovo divenne capoluogo della provincia Estense, la Rocca assolse la funzione di sede amministrativa del governo ed abitazione dei commissari, subendo modificazioni che, pur lasciando inalterato l'impianto primitivo, la resero più adatta ai nuovi usi.
Gli eventi bellici arrecarono all'edificio, come del resto alla città intera, gravi danni; i pesanti restauri del dopoguerra hanno poi apportato varie modifiche alla struttura.
IL CASTELLO
Originariamente il castello, accentrato intorno alla Rocca e racchiuso entro una cinta muraria di circa 650 metri di sviluppo con vari torrioni, aveva tre porte: "Porta Miccia" dalla quale si accede tuttora al borgo di S. Lucia attraverso un ponte di pietra, edificato da Castruccio Castracani degli Antelminelli, signore di Lucca, nel 1324 insieme ad un ampio tratto di mura: "Porta Carraia", oggi abbattuta, sorgeva ove trovasi la Piazzetta S. Croce e da cui si accedeva alla Calcina la (borgo della Madonna) con un altro ponte di pietra a forma di sella di cavallo che attraversava il torrente Turrite, costruito al tempo del duca Borso d'Este (1453) per unire all'abitato la destra del fiume dove nel '600 esisteva un opificio per la costruzione di armi da guerra e di polvere da sparo; "Porta Alta" o del "Puglia" dalla quale si accedeva dalla piazzetta della rocca in località "Le Capanne". L'attuale porta sulla piazza fu aperta nel 1675 e riunì al centro abitato il borgo di S. Antonio e la piazza, circondata da ricco recinto di botteghe.
La Rocca presenta la forma tipica delle costruzioni medioevali, con torricelle agli angoli ed una torre quadrata al centro che assolveva anche alla funzione di prigione: ben tre erano le celle, denominate Carandina, Mezzo Torre e Fondo Torre. Altre erano dislocate in vari luoghi della costruzione. Non abbiamo nessun documento che possa chiarire in quale tempo sia stata costruita, si può solo intuire seguendo la storia della città, che era la struttura primaria usata, anche se certamente in epoca anteriore una torre, un principio di fortificazione od un avamposto doveva necessariamente esistere. Al tempo della dominazione lucchese prima Castruccio degli Antelminelli, come già ricordato, costruì ampio tratto di mura urbane, poi Paolo Guinigi signore di Lucca ampliò e consolidò il castello come fece per altre fortificazioni della provincia; testimonianze archeologiche confermerebbero che la torre quadrata risale a questo periodo.
Quando poi Castelnuovo diviene capoluogo della provincia estense, la Rocca comincia a servire da abitazione ai commissari e governatori che si susseguono e subisce varie modificazioni che pur mantenendo inalterata la primitiva struttura, la rendono più adatta ai nuovi usi a cui viene destinata.
Nel 596 furono aperte le finestre al porticato del torrione che guarda il torrente Turrite, ove Ludovico Ariosto pare abbia composto molti dei suoi versi; nel 1632 la Rocca fu interamente restaurata e nel 1674 la porta principale fu adornata delle due colonne di macigno, tuttora esistenti, qui trasferite dal Convento dei PP. Cappuccini.
Il conte Pirro Graziani, governatore nel 1675, fece aprire la porta che immette oggi sulla piazza principale e la terrazza soprastante.
Molti dei governatori vollero lasciare inciso i loro nomi all'interno del castello: sulla porta del salone il conte Marcantonio Ricci (1622), poi Emilio Boiard (1625), Federico Malaspina (1760), il conte Pirro Graziani nell'architrave della porta che dà accesso alla terrazza.
IL DUOMO
Situato all'interno della cinta muraria è dedicato ai SS. Pietro e Paolo. Le prime origini risalgono al X secolo ma l'attuale edificio fu riedificato sull'antica chiesa romanica agli inizi del '500 con ampliamenti murari e arricchimento architettonico interno. L'epoca barocca apportò ulteriori modifiche al colonnato interno conservando l'austera facciata. L'ultimo conflitto bellico provocò gravi danni a tutta la struttura e la successiva ristrutturazione riscopri le linee classiche. Conserva tuttora pregevoli opere: la "Pala di S. Giuseppe", terracotta invetriata di scuola robbiana forse eseguita da Girolamo figlio di Andrea prossimo a Jacopo Sansovino; un SS. Crocifisso, scultura lignea di artista del XV secolo, popolarmente noto come il "Cristo Nero", la "Madonna con Santi", tela di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio: una cornice marmorea della bottega lucchese del Civitali e vari dipinti di pregio seicenteschi.
FORTEZZA DI MONTE ALFONSO
Sorge su un rilievo poco fuori Castelnuovo. Costruita verso la fine del '500 dal duca Alfonso per offrire alla città un sicuro rifugio e difesa in caso di attacco ed assedio. Realizzata su progetto dell'architetto Antonio Pasi, la fortezza è formata da una lunga cinta muraria con sette baluardi collocati in modo asimmetrico per adeguarsi alle caratteristiche del terreno.
All'interno erano collocati edifici destinati alle truppe e agli uffici; ad oggi ne rimangono solo sette, gli altri furono demoliti o abbandonati a se stessi.
Da diversi anni è in corso un progetto di ristrutturazione e di riqualificazione della Fortezza.
Riferimenti, sito: montalfonso.it
CONVENTO DI SAN GIUSEPPE
La sua costruzione del Convento di San Giuseppe, più noto come "dei Cappuccini", fu iniziata nel 1632 per volontà del duca Francesco I d'Este e di suo padre p. Giambattista d'Este;
già Alfonso III duca di Modena, che quattro anni prima aveva abbandonato il trono per entrare nella religione cappuccina e dove mori nel 1644. Il monumento funebre all'interno della chiesa ne ricorda la figura storica.
Delle tele commissionate a Guido Reni (Sposalizio della Vergine), al Guercino (San Francesco che riceve le stimmate), ad Annibale Carracci (Riposo in Egitto), nessuna è più in loco. Qualche decennio dopo si provvide a rintonacare la facciata della chiesa, cui si accedeva da una scalinata a doppia rampa, e a demolire il portico davanti al portale del convento.
Il complesso, soppresso e depredato durante il governo Cisalpino, dopo alterne vicende è stato restaurato.
MUSEO ARCHEOLOGICO
Ampia la documentazione archeologica dell'Alta Valle del Serchio attestata nel museo che oltre ad una didattica esposizione sull'evoluzione umana riferisce di due periodi particolarmente documentati per i significativi e peculiari ritrovamenti del territorio della Garfagnana: il Mesolitico (8000-4500 a.C.) cui sono illustrati nei vari aspetti la dislocazione territoriale degli insediamenti, l'uso e la funzione degli strumenti litici e l'Età del Ferro, che propone principalmente reperti che testimoniano aspetti e modi di vita del popolo Ligure-Apuano dal IV sec. a.C. fino all'occupazione romana.
MERCATO E FIERE
Un'attrazione turistica di grande rilievo e momento d'incontro per tutta la popolazione della Garfagnana, è l'antichissimo mercato "dei banchetti", di origine medievale, che si tiene tutti i giovedì mattina nelle vie e delle piazze del centro storico. Un tempo all'interno di questo mercato, frequentato anche da mercanti delle province limitrofe, era possibile vendere, acquistare e scambiare qualsiasi articolo, dai prodotti della terra, al bestiame, ad ogni tipo di manufatto: venivano trattati perfino i reclutamenti dei soldati di ventura. Per capirne l'importanza economica e sociale, basti pensare che una legge estense non consentiva di attuare arresti il giovedi, per non disturbare lo svolgimento del mercato.
Antichissima è anche la fiera del settembre che per Otto giorni dà luogo a iniziative della tradizione rurale (del formaggio garfagnino, del bestiame e di altri prodotti locali della terra) nonché interessanti manifestazioni di promozione e culturali, tra cui la caratteristica estrazione della "Tombola in Piazza".
(LU) - CAP 55032 - 270 metri s.l.m.
Castelnuovo è il capoluogo e il cuore della verde Garfagnana che costituisce la parte settentrionale della valle del fiume Serchio racchiusa tra i contrafforti montuosi delle Alpi Apuane e dell'Appennino.
È distante da Lucca e dalla Versilia circa 40 Km.
Palleroso, Monterotondo. Antisciana. Gragnanella, Cerretoli, Colle e Rontano, sono le caratteristiche frazioni, di antica origine, situate in ambienti paesaggisticamente suggestivi e con sentieri che, attraversando verdi boschi, permettono un tuffo nella natura scoprendo al tempo stesso la storia di una popolazione con i suoi ritmi quotidiani e l'architettura della civiltà rurale.
Il Patrono della città è S. Pietro, festa ricorrente il 29 giugno.
Tra le principali manifestazioni organizzate sono da ricordare: il Carnevale con sfilate di carri allegorici e gruppi mascherati, la Settimana del Commercio nel mese di agosto, la tradizionale fiera del settembre che vede iniziative culturali quali i premi nazionali di poesia "Olinto Dini" e di narrativa "Garfagnana". Incontri d'arte con pittori di fama nazionale, manifestazioni folcloristiche, sportive, musicali, gastronomiche, di artigianato: ma da giugno a ottobre è un susseguirsi di attività di ogni genere anche nelle frazioni dove rivive la tradizione popolare.
Da Castelnuovo è quindi possibile raggiungere in breve tempo le più interessanti mete turistiche della Valle del Serchio, con itinerari di trekking, a piedi e a cavallo o in mountain-bike, mentre la città offre negli impianti sportivi, moderni e funzionali, la possibilità di praticare ogni disciplina, dal nuoto al tennis, al football, all'atletica.
CENNI STORICI
Le prime memorie documentarie risalgono all'anno 740 quando Castelnuovo doveva essere ben piccolo villaggio, con chiesa dipendente dalla vicina pievania di Pieve Fosciana. Un secolo dopo, nell'872, la città possedeva già mura castellane.
Ne fu poi padrona la Contessa Matilde e in questo periodo divenne centro transitabile: poi Federico I ebbe possesso dei beni matildici, quindi il Papato, libero comune. Fiorentini e Pisani che la contrastarono a Lucca.
Nel XIV secolo venne ampliata la cinta muraria ma fu nel 1430, che sottomettendosi volontariamente agli Estensi insieme a molte altre comunità di Garfagnana, acquisì importanti privilegi e raggiunse poi il massimo sviluppo.
Castelnuovo divenne capoluogo della Provincia e, in quanto tale, residenza di commissari e governatori inviati a reggere le sorti della Provincia, I poeti Ludovico Ariosto (1522-1525) e Fulvio Testi (1640-1642) furono tra questi.
Alla fine del '700. l'occupazione francese inferse alla popolazione insorta profonde ferite.
Con il principato napoleonico dei Baciocchi la città divenne poi sede di prefettura del circondano; la Restaurazione riportò quindi gli Estensi al governo della Garfagnana fino al 1859, quando avvenne l'annessione plebiscitaria al Piemonte ed al Regno d'Italia nel 1860: fu pertanto aggregata alla provincia di Massa e Castelnuovo ritornò sede di sottoprefettura.
Nel 1924 quindi venne definitivamente affidata alla provincia di Lucca.
LA ROCCA E LE MURA
La Rocca si presenta oggi in veste sostanzialmente rinascimentale, essendo il plurisecolare risultato di continue ristrutturazioni e adeguamenti. La primitiva costruzione risale all'XI secolo - probabilmente una casa-torre - intorno alla quale si svilupperà poi il complesso fortificato che otterrà maggior impulso durante la dominazione lucchese, prima con Castruccio Castracani degli Antelminelli che costruì anche un ampio tratto delle mura urbane e quindi con Paolo Guinigi.
Quando poi Castelnuovo divenne capoluogo della provincia Estense, la Rocca assolse la funzione di sede amministrativa del governo ed abitazione dei commissari, subendo modificazioni che, pur lasciando inalterato l'impianto primitivo, la resero più adatta ai nuovi usi.
Gli eventi bellici arrecarono all'edificio, come del resto alla città intera, gravi danni; i pesanti restauri del dopoguerra hanno poi apportato varie modifiche alla struttura.
IL CASTELLO
Originariamente il castello, accentrato intorno alla Rocca e racchiuso entro una cinta muraria di circa 650 metri di sviluppo con vari torrioni, aveva tre porte: "Porta Miccia" dalla quale si accede tuttora al borgo di S. Lucia attraverso un ponte di pietra, edificato da Castruccio Castracani degli Antelminelli, signore di Lucca, nel 1324 insieme ad un ampio tratto di mura: "Porta Carraia", oggi abbattuta, sorgeva ove trovasi la Piazzetta S. Croce e da cui si accedeva alla Calcina la (borgo della Madonna) con un altro ponte di pietra a forma di sella di cavallo che attraversava il torrente Turrite, costruito al tempo del duca Borso d'Este (1453) per unire all'abitato la destra del fiume dove nel '600 esisteva un opificio per la costruzione di armi da guerra e di polvere da sparo; "Porta Alta" o del "Puglia" dalla quale si accedeva dalla piazzetta della rocca in località "Le Capanne". L'attuale porta sulla piazza fu aperta nel 1675 e riunì al centro abitato il borgo di S. Antonio e la piazza, circondata da ricco recinto di botteghe.
La Rocca presenta la forma tipica delle costruzioni medioevali, con torricelle agli angoli ed una torre quadrata al centro che assolveva anche alla funzione di prigione: ben tre erano le celle, denominate Carandina, Mezzo Torre e Fondo Torre. Altre erano dislocate in vari luoghi della costruzione. Non abbiamo nessun documento che possa chiarire in quale tempo sia stata costruita, si può solo intuire seguendo la storia della città, che era la struttura primaria usata, anche se certamente in epoca anteriore una torre, un principio di fortificazione od un avamposto doveva necessariamente esistere. Al tempo della dominazione lucchese prima Castruccio degli Antelminelli, come già ricordato, costruì ampio tratto di mura urbane, poi Paolo Guinigi signore di Lucca ampliò e consolidò il castello come fece per altre fortificazioni della provincia; testimonianze archeologiche confermerebbero che la torre quadrata risale a questo periodo.
Quando poi Castelnuovo diviene capoluogo della provincia estense, la Rocca comincia a servire da abitazione ai commissari e governatori che si susseguono e subisce varie modificazioni che pur mantenendo inalterata la primitiva struttura, la rendono più adatta ai nuovi usi a cui viene destinata.
Nel 596 furono aperte le finestre al porticato del torrione che guarda il torrente Turrite, ove Ludovico Ariosto pare abbia composto molti dei suoi versi; nel 1632 la Rocca fu interamente restaurata e nel 1674 la porta principale fu adornata delle due colonne di macigno, tuttora esistenti, qui trasferite dal Convento dei PP. Cappuccini.
Il conte Pirro Graziani, governatore nel 1675, fece aprire la porta che immette oggi sulla piazza principale e la terrazza soprastante.
Molti dei governatori vollero lasciare inciso i loro nomi all'interno del castello: sulla porta del salone il conte Marcantonio Ricci (1622), poi Emilio Boiard (1625), Federico Malaspina (1760), il conte Pirro Graziani nell'architrave della porta che dà accesso alla terrazza.
IL DUOMO
Situato all'interno della cinta muraria è dedicato ai SS. Pietro e Paolo. Le prime origini risalgono al X secolo ma l'attuale edificio fu riedificato sull'antica chiesa romanica agli inizi del '500 con ampliamenti murari e arricchimento architettonico interno. L'epoca barocca apportò ulteriori modifiche al colonnato interno conservando l'austera facciata. L'ultimo conflitto bellico provocò gravi danni a tutta la struttura e la successiva ristrutturazione riscopri le linee classiche. Conserva tuttora pregevoli opere: la "Pala di S. Giuseppe", terracotta invetriata di scuola robbiana forse eseguita da Girolamo figlio di Andrea prossimo a Jacopo Sansovino; un SS. Crocifisso, scultura lignea di artista del XV secolo, popolarmente noto come il "Cristo Nero", la "Madonna con Santi", tela di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio: una cornice marmorea della bottega lucchese del Civitali e vari dipinti di pregio seicenteschi.
FORTEZZA DI MONTE ALFONSO
Sorge su un rilievo poco fuori Castelnuovo. Costruita verso la fine del '500 dal duca Alfonso per offrire alla città un sicuro rifugio e difesa in caso di attacco ed assedio. Realizzata su progetto dell'architetto Antonio Pasi, la fortezza è formata da una lunga cinta muraria con sette baluardi collocati in modo asimmetrico per adeguarsi alle caratteristiche del terreno.
All'interno erano collocati edifici destinati alle truppe e agli uffici; ad oggi ne rimangono solo sette, gli altri furono demoliti o abbandonati a se stessi.
Da diversi anni è in corso un progetto di ristrutturazione e di riqualificazione della Fortezza.
Riferimenti, sito: montalfonso.it
CONVENTO DI SAN GIUSEPPE
La sua costruzione del Convento di San Giuseppe, più noto come "dei Cappuccini", fu iniziata nel 1632 per volontà del duca Francesco I d'Este e di suo padre p. Giambattista d'Este;
già Alfonso III duca di Modena, che quattro anni prima aveva abbandonato il trono per entrare nella religione cappuccina e dove mori nel 1644. Il monumento funebre all'interno della chiesa ne ricorda la figura storica.
Delle tele commissionate a Guido Reni (Sposalizio della Vergine), al Guercino (San Francesco che riceve le stimmate), ad Annibale Carracci (Riposo in Egitto), nessuna è più in loco. Qualche decennio dopo si provvide a rintonacare la facciata della chiesa, cui si accedeva da una scalinata a doppia rampa, e a demolire il portico davanti al portale del convento.
Il complesso, soppresso e depredato durante il governo Cisalpino, dopo alterne vicende è stato restaurato.
MUSEO ARCHEOLOGICO
Ampia la documentazione archeologica dell'Alta Valle del Serchio attestata nel museo che oltre ad una didattica esposizione sull'evoluzione umana riferisce di due periodi particolarmente documentati per i significativi e peculiari ritrovamenti del territorio della Garfagnana: il Mesolitico (8000-4500 a.C.) cui sono illustrati nei vari aspetti la dislocazione territoriale degli insediamenti, l'uso e la funzione degli strumenti litici e l'Età del Ferro, che propone principalmente reperti che testimoniano aspetti e modi di vita del popolo Ligure-Apuano dal IV sec. a.C. fino all'occupazione romana.
MERCATO E FIERE
Un'attrazione turistica di grande rilievo e momento d'incontro per tutta la popolazione della Garfagnana, è l'antichissimo mercato "dei banchetti", di origine medievale, che si tiene tutti i giovedì mattina nelle vie e delle piazze del centro storico. Un tempo all'interno di questo mercato, frequentato anche da mercanti delle province limitrofe, era possibile vendere, acquistare e scambiare qualsiasi articolo, dai prodotti della terra, al bestiame, ad ogni tipo di manufatto: venivano trattati perfino i reclutamenti dei soldati di ventura. Per capirne l'importanza economica e sociale, basti pensare che una legge estense non consentiva di attuare arresti il giovedi, per non disturbare lo svolgimento del mercato.
Antichissima è anche la fiera del settembre che per Otto giorni dà luogo a iniziative della tradizione rurale (del formaggio garfagnino, del bestiame e di altri prodotti locali della terra) nonché interessanti manifestazioni di promozione e culturali, tra cui la caratteristica estrazione della "Tombola in Piazza".