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L'Eremo di Calomini
L'Eremo di Calomini è un suggestivo complesso architettonico situato alla base di
una grande parete strapiombante alta circa 70 metri, è incassato per 15 metri all'interno della roccia.
POSIZIONE:
L'Eremo di Calomini si trova lungo la strada che porta al paese di Vergemoli, sopra l'abitato di Gallicano.
ARCHITETTURA:
La chiesa dell'eremo è stata costruita rasente alla facciata del monte, anzi più di mezza, con la sagrestia e quasi tutto il convento, resta dentro uno scavo ricavato dentro la montagna, con l'uso di un solo scalpello.
La sommità di questo scavo termina in un'amplissima volta biancastra.
Scavato nella nuda roccia, questo eremo fa capolino fra le rocce altissime del monte che ospita al suo interno la sacrestia della chiesa e buona parte del convento.
Dalla chiesa principale, decorata in stile settecentesco, si entra nella sacrestia, nucleo originario del luogo di culto, che fu nel Seicento arredata con splendidi mobili scolpiti.
Da qui la visita prosegue nella vecchia cucina e nelle celle dei frati, anch'esse scavate come la sacrestia.
Intorno alla fondazione di questo santuario aleggiano molte leggende, perlopiù legate all'immagine della Vergine ivi venerata.
La zona è ricca di attrattive turistiche come la Grotta del Vento che si trova all'interno del parco delle Apuane.
TRADIZIONE E LEGGENDE:
Secondo una tradizione, nel luogo dove tutt'oggi scaturisce dalle rocce uno zampillo d'acqua purissima, l'immagine della madonna che si venera nel santuario si rivelò ad una pastorella di Calomini.
Il nome della ragazza non si conosce, ne si hanno notizie se la Madonna parlò alla ragazza.
Subito la fama della santa si sparse nei vicini villaggi e che mirabilmente crebbe tra quei popoli il desiderio di farle onore.
Con devoto e numeroso accompagnamento fu portata quindi a Gallicano, in luogo ritenuto più onorevole.
Ma, sebbene custodita con attenzione, non passarono ventiquattro ore che nuovamente fu ritrovata dove si era fatta vedere alla pastorella di Calomini. Conosciuto il volere di Maria con questo prodigio, nessuno ardì più rimuoverla dalla sua grotta.
Si pensò quindi di costruire sul luogo una degna dimora e fu raccolto tanto denaro che in un primo momento si diede alla sacra immagine un altare, poi la chiesa tutta scavata nel monte fu detta S. Maria ad Martyres.
Fu in seguito a questo prodigio che si decise di innalzare in quel luogo una chiesa e da allora molti sono i miracoli che vengono attribuiti a questa immagine divenuta oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi.
In realtà pare più probabile che il romitorio sia sorto nel tentativo di ricreare un ambiente simile a quello degli asceti della Tebaide.
E si direbbe che l'obiettivo sia stato raggiunto a pieno.
Architettura naturale e architettura umana si compenetrano a vicenda e la roccia fa posto agli stucchi, agli archi e alle colonne.
VARIANTI:
Alcuni pastori trovarono nei pressi della montagna una statua della Madonna e la posero all'interno di una grotta.
In seguito a questo fatto si compirono molti miracoli. Il luogo divenne così luogo di pellegrinaggi e venne costruito il primo nucleo del santuario, che venne scavato dalla roccia e a cui venne dato il nome di S. Maria ad Martyres.
La seconda narra di una donna di Calomini che precipitò dalla scoscesa parete del monte, ma quando toccò terra si accorse di essere completamente integra, perché, mentre cadeva, aveva invocato la Madonna. Così in questo luogo fu costruito il santuario.
STORIA:
La primitiva Chiesa dell'XI secolo fu ampliata nei sec. XIV e XVIII. Dal documento del 1361, in cui il converso (frate converso: è un religioso che appartiene ad un ordine e veste l'abito religioso) della Cella di S.Maria ad Martyres faceva richiesta al vescovo di legalizzare le varie offerte dell'oratorio, appare chiaro di quale venerazione fosse circondata la Vergine della grotta ( o della penna ) a partire dal sec. XIV.
Il primo atto vescovile di libera collocazione del beneficio intitolato al romitorio di santa Maria della grotta è del 2 maggio 1444.
Un'altra notizia di libera collazione del medesimo si ha poi nel 1497, e dal sec. XVI in poi la fama di questa madonna crebbe talmente che vescovi e cardinali si portarono fino a lei per renderle onore, mentre il popolo, tra il 1631 e il 1690, con spontanea oblazione faceva il possibile per ampliare e rendere più maestosa l'antica chiesa.
Ai primi del settecento, come risulta dall'archivio del santuario, venne compiuto il duplice colonnato, fu allargata la grotta per accogliervi degnamente la sagrestia, sistemato il pavimento della chiesa e portato a compimento ogni dettaglio che contribuisse a rendere degno di ammirazione quel luogo di preghiera.
Gli eremiti ebbero cura del santuario fino al 1868, anno in cui i parroci dei paesi confinanti, quali tradizionali amministratori, non decisero di assumere direttamente l'incarico di promuovere il culto di Maria Santissima.
Dopo esservi stati in continuità per oltre cinque secoli, così finivano gli eremiti di Calomini, i quali avevano talmente costituito una cosa sola con la vita del santuario che le popolazioni, secoli fa come oggi, per indicare la madonna di Martyres, dicevano madonna dell'eremita, o semplicemente eremita.
Con decreto del vescovo di Massa risalente al 1941 la custodia del santuario venne affidata ai P.P cappuccini di Lucca i quali, nella persona di un confratello, hanno provveduto per oltre cinquanta anni a conservare ciò che una pura devozione a Maria ha voluto che sorgesse su questo dirupo. Questo convento un tempo abitato dai frati dell'ordine dei Cappuccini, ora è abitato dai Discepoli Dell'Annunciazione. Dettagli su Il Tirreno
Di maggio e di settembre ancora numerosi fedeli salgono all'erto monte, che serba intatto il miracolo delle acque e discaccia l'orrido, in una visione assoluta di purezza, verso le solitarie frontiere della paura.
Questa escursione è adatta a tutti e può essere effettuata nello stesso giorno della visita alla Grotta del Vento.
COME RAGGIUNGERLO:
Da Gallicano si imbocca la strada che conduce a Fornovolasco ed alla Grotta del Vento.
Lasciato sulla sinistra il bivio per Verni e Trassilico (Km. 2,4), si giunge dopo 450 metri dove inizia, sulla destra, la stretta stradina, percorribile solo da autovetture, che in meno di un chilometro conduce al piazzale dell'Eremo (Km. 4,1 da Gallicano).
L'Eremo si trova lungo il torrente Turrite. Se si viaggia in pullman, è necessario parcheggiarlo nello slargo situato all'inizio della stradina e proseguire a piedi mediante un sentiero segnalato, percorribile in venti minuti.
Sito Web: eremocalomini.com
STRUTTURE RICETTIVE:
- Antica trattoria dell'Eremita di Calomini
POSIZIONE:
L'Eremo di Calomini si trova lungo la strada che porta al paese di Vergemoli, sopra l'abitato di Gallicano.
ARCHITETTURA:
La chiesa dell'eremo è stata costruita rasente alla facciata del monte, anzi più di mezza, con la sagrestia e quasi tutto il convento, resta dentro uno scavo ricavato dentro la montagna, con l'uso di un solo scalpello.
La sommità di questo scavo termina in un'amplissima volta biancastra.
Scavato nella nuda roccia, questo eremo fa capolino fra le rocce altissime del monte che ospita al suo interno la sacrestia della chiesa e buona parte del convento.
Dalla chiesa principale, decorata in stile settecentesco, si entra nella sacrestia, nucleo originario del luogo di culto, che fu nel Seicento arredata con splendidi mobili scolpiti.
Da qui la visita prosegue nella vecchia cucina e nelle celle dei frati, anch'esse scavate come la sacrestia.
Intorno alla fondazione di questo santuario aleggiano molte leggende, perlopiù legate all'immagine della Vergine ivi venerata.
La zona è ricca di attrattive turistiche come la Grotta del Vento che si trova all'interno del parco delle Apuane.
TRADIZIONE E LEGGENDE:
Secondo una tradizione, nel luogo dove tutt'oggi scaturisce dalle rocce uno zampillo d'acqua purissima, l'immagine della madonna che si venera nel santuario si rivelò ad una pastorella di Calomini.
Il nome della ragazza non si conosce, ne si hanno notizie se la Madonna parlò alla ragazza.
Subito la fama della santa si sparse nei vicini villaggi e che mirabilmente crebbe tra quei popoli il desiderio di farle onore.
Con devoto e numeroso accompagnamento fu portata quindi a Gallicano, in luogo ritenuto più onorevole.
Ma, sebbene custodita con attenzione, non passarono ventiquattro ore che nuovamente fu ritrovata dove si era fatta vedere alla pastorella di Calomini. Conosciuto il volere di Maria con questo prodigio, nessuno ardì più rimuoverla dalla sua grotta.
Si pensò quindi di costruire sul luogo una degna dimora e fu raccolto tanto denaro che in un primo momento si diede alla sacra immagine un altare, poi la chiesa tutta scavata nel monte fu detta S. Maria ad Martyres.
Fu in seguito a questo prodigio che si decise di innalzare in quel luogo una chiesa e da allora molti sono i miracoli che vengono attribuiti a questa immagine divenuta oggetto di venerazione e meta di pellegrinaggi.
In realtà pare più probabile che il romitorio sia sorto nel tentativo di ricreare un ambiente simile a quello degli asceti della Tebaide.
E si direbbe che l'obiettivo sia stato raggiunto a pieno.
Architettura naturale e architettura umana si compenetrano a vicenda e la roccia fa posto agli stucchi, agli archi e alle colonne.
VARIANTI:
Alcuni pastori trovarono nei pressi della montagna una statua della Madonna e la posero all'interno di una grotta.
In seguito a questo fatto si compirono molti miracoli. Il luogo divenne così luogo di pellegrinaggi e venne costruito il primo nucleo del santuario, che venne scavato dalla roccia e a cui venne dato il nome di S. Maria ad Martyres.
La seconda narra di una donna di Calomini che precipitò dalla scoscesa parete del monte, ma quando toccò terra si accorse di essere completamente integra, perché, mentre cadeva, aveva invocato la Madonna. Così in questo luogo fu costruito il santuario.
STORIA:
La primitiva Chiesa dell'XI secolo fu ampliata nei sec. XIV e XVIII. Dal documento del 1361, in cui il converso (frate converso: è un religioso che appartiene ad un ordine e veste l'abito religioso) della Cella di S.Maria ad Martyres faceva richiesta al vescovo di legalizzare le varie offerte dell'oratorio, appare chiaro di quale venerazione fosse circondata la Vergine della grotta ( o della penna ) a partire dal sec. XIV.
Il primo atto vescovile di libera collocazione del beneficio intitolato al romitorio di santa Maria della grotta è del 2 maggio 1444.
Un'altra notizia di libera collazione del medesimo si ha poi nel 1497, e dal sec. XVI in poi la fama di questa madonna crebbe talmente che vescovi e cardinali si portarono fino a lei per renderle onore, mentre il popolo, tra il 1631 e il 1690, con spontanea oblazione faceva il possibile per ampliare e rendere più maestosa l'antica chiesa.
Ai primi del settecento, come risulta dall'archivio del santuario, venne compiuto il duplice colonnato, fu allargata la grotta per accogliervi degnamente la sagrestia, sistemato il pavimento della chiesa e portato a compimento ogni dettaglio che contribuisse a rendere degno di ammirazione quel luogo di preghiera.
Gli eremiti ebbero cura del santuario fino al 1868, anno in cui i parroci dei paesi confinanti, quali tradizionali amministratori, non decisero di assumere direttamente l'incarico di promuovere il culto di Maria Santissima.
Dopo esservi stati in continuità per oltre cinque secoli, così finivano gli eremiti di Calomini, i quali avevano talmente costituito una cosa sola con la vita del santuario che le popolazioni, secoli fa come oggi, per indicare la madonna di Martyres, dicevano madonna dell'eremita, o semplicemente eremita.
Con decreto del vescovo di Massa risalente al 1941 la custodia del santuario venne affidata ai P.P cappuccini di Lucca i quali, nella persona di un confratello, hanno provveduto per oltre cinquanta anni a conservare ciò che una pura devozione a Maria ha voluto che sorgesse su questo dirupo. Questo convento un tempo abitato dai frati dell'ordine dei Cappuccini, ora è abitato dai Discepoli Dell'Annunciazione. Dettagli su Il Tirreno
Di maggio e di settembre ancora numerosi fedeli salgono all'erto monte, che serba intatto il miracolo delle acque e discaccia l'orrido, in una visione assoluta di purezza, verso le solitarie frontiere della paura.
Questa escursione è adatta a tutti e può essere effettuata nello stesso giorno della visita alla Grotta del Vento.
COME RAGGIUNGERLO:
Da Gallicano si imbocca la strada che conduce a Fornovolasco ed alla Grotta del Vento.
Lasciato sulla sinistra il bivio per Verni e Trassilico (Km. 2,4), si giunge dopo 450 metri dove inizia, sulla destra, la stretta stradina, percorribile solo da autovetture, che in meno di un chilometro conduce al piazzale dell'Eremo (Km. 4,1 da Gallicano).
L'Eremo si trova lungo il torrente Turrite. Se si viaggia in pullman, è necessario parcheggiarlo nello slargo situato all'inizio della stradina e proseguire a piedi mediante un sentiero segnalato, percorribile in venti minuti.
Sito Web: eremocalomini.com
STRUTTURE RICETTIVE:
- Antica trattoria dell'Eremita di Calomini