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La leggenda dei fichi
Si racconta che, nella casa, ora diroccata, posta sotto le cime ofiolitiche della Roccalberti,
vivesse un uomo, detto Biagio.
Tutto si colloca circa cento anni fa. Era un periodo di povertà nel quale anche una pianta di fichi aveva un valore vitale e le credenze popolari erano radicate.
Quest' uomo, appunto, aveva una pianta di fichi (il fico) i cui frutti venivano rubati; per questo era costretto a fare la guardia anche di notte.
Un giorno tre ragazzi, decisero che la notte stessa sarebbero andati da costui a fargli uno scherzo e nello stesso tempo prendere un po' dei suoi fichi.
Presero un lenzuolo bianco, ci si infilarono tutti e tre sotto, come ad imitare un fantasma ed andarono verso la casa di quest' uomo.
Andavano canticchiando così:
- "E noi vivi e vivanti andiamo a fregar i fichi tutti quanti.".
E poi ancora :
- "E noi con questo lenzuolo bianco andiam a fregar i fichi al Biagio".
Quando arrivarono sul luogo, tale signore, colto di sopravvento dalla bravata di questi ragazzi, fu colto da un malore e morì.
Tutto si colloca circa cento anni fa. Era un periodo di povertà nel quale anche una pianta di fichi aveva un valore vitale e le credenze popolari erano radicate.
Quest' uomo, appunto, aveva una pianta di fichi (il fico) i cui frutti venivano rubati; per questo era costretto a fare la guardia anche di notte.
Un giorno tre ragazzi, decisero che la notte stessa sarebbero andati da costui a fargli uno scherzo e nello stesso tempo prendere un po' dei suoi fichi.
Presero un lenzuolo bianco, ci si infilarono tutti e tre sotto, come ad imitare un fantasma ed andarono verso la casa di quest' uomo.
Andavano canticchiando così:
- "E noi vivi e vivanti andiamo a fregar i fichi tutti quanti.".
E poi ancora :
- "E noi con questo lenzuolo bianco andiam a fregar i fichi al Biagio".
Quando arrivarono sul luogo, tale signore, colto di sopravvento dalla bravata di questi ragazzi, fu colto da un malore e morì.