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Il buffardello e il Linchetto a Vagli
In questo comune esistono interessanti differenze , tra un paese e l'altro, ma anche all'interno di uno stesso paese, riguardo al
Buffardello e al Linchetto.
A Vagli di Sotto Buffardello e Linchetto sono due nomi usati per indicare la stessa cosa; questa figura si divertiva a nascondere gli oggetti, ad intrecciare le code delle vacche, a farle scalpitare, a battere sul petto delle persone addormentate, a spegnere i lumi; ad una donna nativa di Piari disfaceva le trecce dei capelli.
"Ai tempi della nonna racconta una testimone dicevano che il Buffardello era come un bambino, col berrettino rosso; una volta si innamorò di una ragazza: le dava da mangiare e da bere, la pettinava, ecc.; un giorno la ragazza, ubriacatasi, rivelò ai coetanei ch'ella era così bella grazie alle cure del Buffardello, il quale per questo la fece morire".
Per farlo fuggire si può mettere fuori della porta di casa un ramoscello di ginepro: egli conta le bacche, si dimentica della persona che vuole molestare e se ne va; oppure, allo stesso scopo, si può disporre una camicia da notte, bianca, ai piedi del letto, con le maniche disposte a forma di croce: il Buffardello, vedendo la croce, fugge.
A Vagli di Sopra, all'interno del centro storico, tutti conoscono il Linchetto, che viene detto Linchette, ma non il Buffardello. Gli sono attribuiti scherzi alle bestie, peso sullo stomaco dei dormienti, ecc.; alcuni lo paragonano ad un gatto. Alla periferia del pur non grande paese, invece, si conoscono sia il Linchetto che il Buffardello, sebbene il primo sia predominante.
Qui si dice che per scacciare il Linchetto si deve mettere una tazza piena di riso sul comodino: il Linchetto la rovescia, è costretto a contare i chicchi, si stanca e se ne va.
A Roggio si conosce il Buffardello, cui si attribuiscono gli usuali scherzi, mentre il Linchetto è sconosciuto.
A Vagli di Sotto Buffardello e Linchetto sono due nomi usati per indicare la stessa cosa; questa figura si divertiva a nascondere gli oggetti, ad intrecciare le code delle vacche, a farle scalpitare, a battere sul petto delle persone addormentate, a spegnere i lumi; ad una donna nativa di Piari disfaceva le trecce dei capelli.
"Ai tempi della nonna racconta una testimone dicevano che il Buffardello era come un bambino, col berrettino rosso; una volta si innamorò di una ragazza: le dava da mangiare e da bere, la pettinava, ecc.; un giorno la ragazza, ubriacatasi, rivelò ai coetanei ch'ella era così bella grazie alle cure del Buffardello, il quale per questo la fece morire".
Per farlo fuggire si può mettere fuori della porta di casa un ramoscello di ginepro: egli conta le bacche, si dimentica della persona che vuole molestare e se ne va; oppure, allo stesso scopo, si può disporre una camicia da notte, bianca, ai piedi del letto, con le maniche disposte a forma di croce: il Buffardello, vedendo la croce, fugge.
A Vagli di Sopra, all'interno del centro storico, tutti conoscono il Linchetto, che viene detto Linchette, ma non il Buffardello. Gli sono attribuiti scherzi alle bestie, peso sullo stomaco dei dormienti, ecc.; alcuni lo paragonano ad un gatto. Alla periferia del pur non grande paese, invece, si conoscono sia il Linchetto che il Buffardello, sebbene il primo sia predominante.
Qui si dice che per scacciare il Linchetto si deve mettere una tazza piena di riso sul comodino: il Linchetto la rovescia, è costretto a contare i chicchi, si stanca e se ne va.
A Roggio si conosce il Buffardello, cui si attribuiscono gli usuali scherzi, mentre il Linchetto è sconosciuto.