La Garfagnana
Ecomuseo dell'Alta Garfagnana
Minucciano, veduta dall´ Eremo della Beata Vergine del Soccorso
Ecomuseo è un patto con il quale una comunità assume il compito di recuperare, salvaguardare, trasferire al futuro la propria identità culturale e territoriale. Questa definizione, che è quella più comune, dice tutto ciò che è l'Ecomuseo dell'Alta Garfagnana. È uno strumento formato da itinerari culturali che illustrano l'identità di questa terra: itinerari dei Liguri Apuani, del Medioevo, dei Castelli, della cultura contadina lungo i quali sono collocati questi musei e parchi archeologici:

- Museo dell'Identità dell'Alta Garfagnana "Olinto Cammelli" (Gorfigliano, Chiesa Vecchia);
- Parco Archeologico dell'Ospitale di San Nicolao di Tea (Monte Argegna);
- Torre di Pugliano;
- Castello e Villaggio fantasma di Bergiola;
- Santuario delle Statue Stele (Eremo di Minucciano o Eremo della Beata Vergine del Soccorso).
- Dove si trova.

Il castello di Gorfigliano e il Museo dell'Identità dell'Alta Garfagnana "Olinto Cammelli" (Gorfigliano).
La collina su cui è la Chiesa vecchia ha probabilmente veduto nell'VIII secolo, la nascita di un villaggio contadino di età longobarda. Il villaggio sembra legato alla crescita della messa a coltura di nuovi castagneti.
Nel 997, è documentata l'esistenza di un castello dei Cunimodinguna, forte signoria locale dominante il territorio, che si accentrò proprio attorno al castello.
Nel VII secolo, fase di massima espansione del potere signorile, il castello si ampliò con la costruzione delle mura e della torre trasformata, nel 1762, nel campanile ancora visibile sul culmine della collina.
In questa fase dovette essere edificata anche la chiesa dei santi Giusto e Clemente, citata nell'VII secolo.
Il villaggio si sviluppò attorno alla torre lungo i versanti della collina fortificata.
Successivamente sorse un altro insediamento nella sottostante valle dell'Acqua Bianca chiamato "capanne di Gorfigliano".
Il castello rimase, poi, sempre sotto la dominazione lucchese mentre, nel religioso, la chiesa di San Giusto e San Clemente apparteneva alla Diocesi di Luni; danneggiati fortemente nel terremoto del 1920, e da abbattimenti successivi, la chiesa ed il villaggio furono abbandonati.
Nei decenni scorsi, il complesso della chiesa vecchia è stato ristrutturato dall'opera di volontari di Gorfigliano e Verrucolette. Ad essi è stato dedicato il Museo dell'Identità dell'Alta Garfagnana "Olinto Cammelli" che, oggi, la Canonica ospita.
Esso nasce dalla donazione della raccolta di oggetti della vita e del lavoro contadino e di cava realizzata da Olinto Cammelli, uno dei personaggi più noti tra coloro che sono stati chiamati "gli Eroi della chiesa vecchia".
Il Museo intende cogliere e comunicare l'identità della gente dell'Alta Garfagnana.

Il Parco Archeologico dell'Ospitale di San Nicolao di Tea (presso Monte Argegna).
Se d'inverno, un pellegrino, diretto a Roma o a Santiago de Campostela od un mercante lucchese diretto al porto di Genova o alle città padane avessero voluto valicare il passo di Tea avrebbero avuto poche possibilità di riuscirci se non vi fosse stato l'Ospitale di San Nicolao, che la leggenda vuole fondato da Matide di Canossa ove poter trovare riparo nella notte o nella bufera.
E, di notte, non lo avrebbero raggiunto se non avessero sentito la campana che suonava per richiamare i viandanti smarriti.
Tuttavia, in origine fu solo una piccola chiesa ad un'abside con una stanza annessa.
Era un altro mondo: il tempo di Matilde, quando si costruirono, dall'XI secolo, ponti, ospedali, strade lungo le quali nacquero culti e tante storie leggendarie destinate ad animare lo spirito degli europei.
Lungo quelle vie ebbe, infatti, a dire Goethe si formò l'Europa.
Dal XIII secolo sciamarono, da questo passo, soprattutto i mercanti, i vetturali, i mulattieri. Per proteggere loro e le merci, si costruirono gli ospitali, luoghi di riparo e ristoro. Dopo la rovina del primo edificio dell'XI secolo, a Tea, nel Duecento, nuove esigenze, questa volta più legate ai commerci fra Lucca e Genova, imposero di ricostruire un più ampio ospitale su più piani ove potessero trovare riparo merci, bestiame e viandanti.
Ed esso crebbe ancora, nel '400, a dimostrazione dei notevoli traffici. Poi, con il '500, iniziò la decadenza e, alla fine di quel secolo, era già un rudere. Dal 1996 una serie di campagne di scavo, dirette da J. Antonio Quiros Castillo riportarono alla luce l'ospitale.

Il castello e la Torre medievale (il torrione) di Pugliano.
Pugliano, Paese
Pugliano è terra antica.
Fu abitato fin dalla protostoria come rivelano ritrovamenti del "castellaro" e toponimo di età romana (probabilmente derivato da un fundus Apulianum).
Nel medievo fu dei nobili di Gragnana, che divennero, qui i "Nobili di Pugliano".
La sua chiesa, dedicata a San Jacopo, è romanica ed è documentata nelle decime di fine XIII secolo, come cappella della Pieve di San Lorenzo di Vinacciara, nella Diocesi di Luni.
Era collocato sul tracciato che da Casola conduceva alla Garfagnana ed a Lucca lungo la via del Volto Santo, principale variante della Via Francigena.
Il castello e la Torre medievale (il torrione) di Pugliano
Lungo questa variante, nel XIII secolo, si svolsero intensi traffici fra Genova e Lucca.
Entrò, successivamente, a far parte dell'area di influenza dei marchesi Malaspina, e poi dei Lucchesi, come castello delle "Terre di Oltregiogo" (con Albiano, Sermezzana, Bergiola, Casola, Metra, Renzano, Novella, Pieve San Lorenzo).
Nel '300 passò più volte nelle mani di dominatori diversi, dai Malaspina, a Lucca, a Firenze, condividendo i destini di Bergiola e di altri castelli. Agli inizi degli anni '70 del '300 scoppiò la "ribellione" guidata da Cecchinetto dei nobili di Pugliano, che Giovanni Sercambi, nelle sue Critiche trecentesche, documentò disegnando i castelli ribelli.
Di quell'episodio tratta un documento in cui si descrivono lavori da farsi nel castello, facendo riferimento ad una "torre grossa" da restaurare, che potrebbe essere la torre poligonale detta popolarmente "il Turiìn" (il torrione); tuttavia tale costruzione potrebbe essere anche l'edificio chiamato, nel documento, il "Palasso di Dinello".
Nel 1373 Pugliano venne riconquistato dai Lucchesi cui rimase, di fatto, per sempre, sia pure con alterne vicende.

Il Castello e villaggio fantasma di Bergiola.
Il castello di Bergiola fu, politicamente, in Garfagnana, ma nel religioso, appartenne alla Diocesi di Luni.
Era collocato in una posizione strategica, fra Garfagnana e Lunigiana, lungo un tracciato della via del Volto Santo, principale variante della Via Francigena, che collegava, lungo la Garfagnana, la Lunigiana con Lucca.
Fu una di quelle fortificazioni di quelle che i Lucchesi chiamavano "Terre di Otre Giogo" perché situate oltre il passo di Tea e di Minucciano.
Furono un'entità territoriale compatta, che univa, nel Pieviere di San Lorenzo, Casola, Bergiola, Pugliano, Albiano, Renzano, Novella, Metra e Sermezzana.
Nel 1308, Bergiola appartiene a Lucca ed è fra i castelli tenuti a portare il cero per la festa di Santa Croce.
Nel 1313 Arrigo VII lo concede a Spinetta Malaspina assieme ad altri comuni del Pieviere di San Lorenzo.
Nel 1319 è coinvolto nelle guerre fra Spinetta e il signore di Lucca, Castruccio Castracani degli Antelminelli, che lo riconquista.
Alla morte di Castruccio torna ai Malaspina ma alla fine degli anni '60 del '300 è, di nuovo, lucchese.
Nel 1373, scoppia una rivolta capeggiata da Cecchinetto dei Nobili di Pugliano contro la dominazione lucchese ma Lucca invia una spedizione militare e riconquista i castelli perduti.
Quando, nel 1496, Casola si sottopone a Firenze si rompe l'unità delle terre di Oltregiogo e Bergiola diviene l'ultimo avamposto di Lucca a confine con Firenze.
Il terremoto del 1920 e, più ancora, lo spopolamento del secondo dopoguerra determinano il suo abbandono ed il suo fascino di castello/villaggio fantasma.

Il Parco Archeologico delle Statue Stele
(Eremo di Minucciano, Eremo della Beata Vergine del Soccorso).

Eremo della Beata Vergine del Soccorso (Eremo di Minucciano)
Nel luogo ove sorge, da qualche secolo, un suggestivo Eremo, cui si accede con rispetto e silenzio, nella protostoria era una sorta di "santuario" delle antiche popolazioni apuane.
Qui Augusto Cesare Ambrosi rinvenì tre statue stele, i misteriosi simboli della Lunigiana.
Si era sul confine di un territorio, lungo una via che, venendo dal mare, saliva ai passi fra Lunigiana e Garfagnana e verso la Pianura Padana e qui i nostri più antichi antenati vollero creare un luogo sacro, come rimase nei secoli.
Si tratta di monumenti delle età dei metalli, come ha rivelato lo scavo archeologico condotto da Tiziano Mannoni.
Il Parco Archeologico delle Statue Stele(Eremo di Minucciano)
Questa parte dell'Alta Valle Aulella, già in terra lucchese, fu notevolmente insediata nelle età dei metalli: i castellari di Renzano e Pugliano, l'insediamento di Codiponte, il santuario di Minucciano, località in cui fu rinvenuta una quarta statua stele non molto distante dall'Eremo, parlano di comunità pastorali, di transumanze e di commerci con le popolazioni della piana, fra cui gli Etruschi.
Una vitalità della montagna legata alle strade che, fin da allora, collegavano i luoghi della marina con la Pianura Padana.
Nei volti enigmatici delle statue stele, che rimandano, queste, ad alcune forme di elmo diffuse nell'antichità (con una forte protezione del naso e la copertura della bocca), sta la profondità di una storia che vi invitiamo a conoscere, perdendovi fra i luoghi dell'Ecomuseo dell'Alta Garfagnana.
È un invito ad entrare, con lentezza e rispetto, nei luoghi, fra le case, fra la gente che vi accoglierà come ha fatto per millenni con i viandanti ...
Descrizione delle Statue Stele Descrizione delle Statue Stele

Link:
Museo delle Statue Stele: statuestele.org
diocesilucca.it/documenti/eremo_minucciano.pdf
valeria.martini.name/Minucciano Santuario.htm

Dove si trova: Minucciano
Ecomuseo: per visitarlo chiedere sempre preventivamente al Comune di Minucciano, Ufficio Cultura, 0583610392 segreteria@comunediminucciano.it
Riferimenti Amministrazione Comunale: comuni-italiani.it/046/019/amm.html
Museo dell'Identità dell'Alta Garfagnana "Olinto Cammelli": chiedere anche a Associazione Culturale Paese Vecchio di Gorfigliano 3466310940 gorfigliano@gmail.com