Map
La leggenda di San Pellegrino, Il diavolo ed il Monte Forato
San Pellegrino viveva sull'Appennino, di fronte alle Apuane. Non aveva casa, perché dormiva nel tronco cavo di un albero.
Non lavorava. perché aveva bisogno soltanto d'acqua e si nutriva di poche erbe e qualche radice.
Tutto il giorno pregava e faceva penitenza.
Il diavolo, infastidito dalla sua presenza, s'inferociva ogni volta che cantava laudi, oppure quando snocciolava il rosario e soprattutto quando costruiva delle enormi croci di faggio che poi andava ad innolzare qua e là per la montagna. Il Diavolo voleva scacciare Pellegrino da quelle terre. Dapprima cercò d'impaurirlo mutandosi in un drago spaventos, con viscide squame e narici infuocate.
Il santo neppure si mosse alla vista di quell'orribile creatura. Poi cercò di tentarlo trasformandosi in un'affascinante fanciulla, dai biondi capelli e dal seno procace. Il Santo neppure si mosse alla vista di quella meravigliosa creatura. Il Diavolo perse allora la pazienza e decise di presentarsi di persona con tutto il suo terribile aspetto.
Appena di fronte a Pellegrino gli rifilò un gran ceffone che lo fece rigirare per tre volte, prima di tramortirlo a terra. Il Signore degli Inferi rise tracotante dalla soddisfazione di aver impartito una sonora lezione al povero eremita. Finalmente - pensò il Maligno - avrebbe smesso di piantar croci e biascicare orazioni. Pellegrino si alzò dopo un po' con fatica e, benché minuto e inerme, ricambiò subito il ceffone con tutta la forza che aveva in animo e corpo.
Fu tanta la potenza impressa che il Diavolo volò sopra la Valle del Serchio e sbatté la testa contro le Panie. Neppure le montagne ce la fecero a trattenerlo. L'orribile essere finì la corsa in mare, tra Viareggio e la Versilia. Nel punto esatto attraversato dal Diavolo, c'è una montagna delle Alpi Apuane che porta una grande apertura alla sua sommità. Lo schiaffo di San Pellegrino ha dato origine al Monte Forato.
Il diavolo, infastidito dalla sua presenza, s'inferociva ogni volta che cantava laudi, oppure quando snocciolava il rosario e soprattutto quando costruiva delle enormi croci di faggio che poi andava ad innolzare qua e là per la montagna. Il Diavolo voleva scacciare Pellegrino da quelle terre. Dapprima cercò d'impaurirlo mutandosi in un drago spaventos, con viscide squame e narici infuocate.
Il santo neppure si mosse alla vista di quell'orribile creatura. Poi cercò di tentarlo trasformandosi in un'affascinante fanciulla, dai biondi capelli e dal seno procace. Il Santo neppure si mosse alla vista di quella meravigliosa creatura. Il Diavolo perse allora la pazienza e decise di presentarsi di persona con tutto il suo terribile aspetto.
Appena di fronte a Pellegrino gli rifilò un gran ceffone che lo fece rigirare per tre volte, prima di tramortirlo a terra. Il Signore degli Inferi rise tracotante dalla soddisfazione di aver impartito una sonora lezione al povero eremita. Finalmente - pensò il Maligno - avrebbe smesso di piantar croci e biascicare orazioni. Pellegrino si alzò dopo un po' con fatica e, benché minuto e inerme, ricambiò subito il ceffone con tutta la forza che aveva in animo e corpo.
Fu tanta la potenza impressa che il Diavolo volò sopra la Valle del Serchio e sbatté la testa contro le Panie. Neppure le montagne ce la fecero a trattenerlo. L'orribile essere finì la corsa in mare, tra Viareggio e la Versilia. Nel punto esatto attraversato dal Diavolo, c'è una montagna delle Alpi Apuane che porta una grande apertura alla sua sommità. Lo schiaffo di San Pellegrino ha dato origine al Monte Forato.